10 ingredienti dannosi dei cosmetici: impariamo a riconoscerli!

 

Facciamo chiarezza: quando un ingrediente viene definito nocivo o dannoso?

Anzitutto è bene chiarire che, se in seguito ad analisi o studi scientifici, un ingrediente viene definito tossico per l’uomo, l’Unione Europea ne vieta l’utilizzo o ne stabilisce la soglia massima.

Gli ingredienti che consigliamo di evitare, sono tutti quelli che in seguito a uso frequente, potrebbero danneggiare la salute della nostra pelle o dei nostri capelli o in generale provocare l’insorgere di effetti indesiderati, come reazioni allergiche, punti neri o brufoli.  Diciture quali “prodotto naturale” o “prodotto biologico” traggono spesso in inganno e non sono sinonimo di prodotti con ingredienti green, quindi innocui per la nostra salute, per gli animali o per l’ambiente. Basti pensare al caso dei celebri prodotti “Bio-oil”, promosso come prodotto naturale, e all’ “Olio Johnson’s Baby” consigliato per i neonati: in entrambi a primeggiare fra la lista degli ingredienti è la Paraffina (Paraffinum Liquidum) un ingrediente di origine petrolchimica.

Il primo passo? Imparare a leggere l’INCI

Dal 1997 l’Unione Europea ha introdotto e reso obbligatorio l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients). Si tratta della “Nomenclatura Internazionale degli ingredienti cosmetici”, ovvero una regolamentazione internazionale sulla corretta indicazione degli ingredienti nei cosmetici [1].

  • Nel rispetto della normativa i produttori di cosmetici sono obbligati a scrivere tutti gli ingredienti e a ordinarli in ordine decrescente di concentrazione: al primo posto quello contenuto in percentuale più alta e all’ultimo quello in percentuale più bassa.
  • La maggior parte degli ingredienti sono indicati in inglese, eccetto per i nomi botanici e quelli presenti nella farmacopea che devono essere indicati in latino.
  • I coloranti artificiali, sono identificati con un codice presente nel Colour Index (CI). Per tali ingredienti il numero CI diviene dunque la denominazione INCI (e.g.: CI 77288). Gli unici coloranti a fare eccezione sono quelli per i capelli, che vanno sempre indicati con il loro nome chimico inglese.
  • I composti aromatizzati e odoranti e le loro materie prime sono riportati rispettivamente con i termini generici di “aroma” e “parfum”. Le sostanze aromatizzanti e odoranti che sono state invece definite come potenzialmente allergizzanti e la cui esplicita indicazione è obbligatoria per legge, sono indicate con le loro specifiche denominazioni, di seguito ai termini “parfum” e “aroma”.
  • Gli ingredienti naturali provenienti da agricoltura biologica sono, invece, designati con un asterisco sull’INCI (*).

Quali sono gli ingredienti che si dovrebbero evitare?

1. Petrolati

I petrolati sono idrocarburi derivati dal petrolio e dalla sua raffinazione. Quelli utilizzati nei prodotti di bellezza sono definiti bianchi, in quanto purificati dalle impurità. Vengono utilizzati soprattutto nelle creme, negli shampoo, nei bagnoschiuma e nei trucchi, ma addirittura anche in alcuni saponi intimi.

Essendo sostanze idrofobe, creano una barriera protettiva idro-repellente e vengono perciò impiegati come “agenti filmanti”. Essi vanno infatti a formare una pellicola sulla pelle rendendola apparentemente più liscia e levigata. Se, però, da un lato questa protegge la pelle dagli agenti esterni, dall’altra non permette alla pelle di respirare, causando spesso occlusione dei pori o irritazione. I petrolati più diffusi sono:

  • Paraffinum liquidum
  • Mineral Oil
  • Petrolatum
  • Vasellina
  • Cera microcristallina

2. Siliconi  

I siliconi sono sostanze chimiche, nello specifico polimeri derivati dal silicio, che vengono spesso utilizzati per il loro potere filmogeno.  

Si trovano soprattutto nei prodotti dedicati alla cura e alla pulizia dei capelli perché donano loro un effetto lucidante e districante, rendendoli apparentemente sani e nutriti. In realtà i siliconi possono progressivamente danneggiare la fibra capillare o favorire l’insorgere di impurità della pelle.

Molte industrie cosmetiche, per fortuna, si stanno adattando alle continue richieste da parte dei consumatori che, sempre più consapevoli, si rifiutano di acquistare prodotti contenenti siliconi. Sempre più aziende vengono ora prodotti con diciture quali “privo di siliconi” sull’etichetta, aiutando i clienti nella scelta. Appartengono alla famiglia dei siliconi tutti quegli ingredienti che terminano con -thicone; -xiloxane; -silanoil. I più diffusi sono:

  • Amodimethicone
  • Dimethicone
  • Dimethiconol
  • Cyclomethicone
  • Ciclopentasiloxane
  • Trimethylsiloxysilicate

3. Parabeni

I parabeni sono composti organici (di origine vegetale o chimica) con proprietà antibatteriche e fungicide. Essi si trovano in quasi tutti i prodotti di bellezza (anche nei deodoranti!) poiché favoriscono la conservazione dei prodotti, impediscono la formazione di batteri e funghi e ne mantengono inalterata la composizione.

Vengono classificati come sostanze "potenziali interferenti endocrini", ovvero sostanze che possono interferire con la normale attività delle ghiandole che producono alcuni ormoni, soprattutto degli estrogeni. Nel tempo, questa loro possibile interferenza, potrebbe causare alcune disfunzioni come infertilità nell'uomo e problemi legati all'erezione. Sono ingredienti attualmente sotto accusa per essere potenzialmente cancerogene, soprattutto per il seno. Nel 2014 l’Unione Europea, infatti, ha deciso di vietare l'uso di parabeni a catena ramificata e di limitare la soglia massima di utilizzo di altri.

Vietati dalle leggi europee:

  • Isopropylparaben
  • Isobutylparaben
  • Phenilaraben
  • Benzylparaben
  • Pentylparaben

Utilizzati:

  • Propylparaben (E216)
  • Butylparaben
  • Metylparaben (E218 ed E219)
  • Etylparaben (E214)
  • Calcium paraben
  • Sodium paraben
  • Potassium paraben

4. PEG – Polietilenglicoli

I PEG sono composti molecolari che vengono ottenuti tramite una reazione con l’ossido d’etilene, un derivato del petrolio.

Vengono utilizzati in molti cosmetici per il loro potere emulsionante, ovvero la loro capacità di legare sostanze oleose e acquose. In alternativa vengono impiegati come tensioattivi, ovvero sostanze lavanti, soprattutto nei detergenti e negli shampoo. Nelle creme l’effetto emolliente di questi ingredienti è solo apparente, poiché non apporta effettiva idratazione, nascondendo il reale stato della pelle. I PEG sono solitamente accompagnati da un numero che rappresenta il peso molecolare caratteristico del composto: più questo numero è alto, maggiore è il rischio che l’ingrediente sia tossico. Chi ha una pelle sensibile o danneggiata dovrebbe evitare PEG6, PEG20, PEG 75, PEG400, PEG450 (anche chiamato Laureth-9).

Un altro tensioattivo dannoso è il Sodium Laureth Sulfate (SLS), che si trova in tutti i prodotti detergenti e ha la capacità di rimuovere lo sporco e le sostanze oleoso dalla pelle. Peccato che sia cancerogeno e allergizzante in grado di favorire la formazione di acne e punti neri.

Altri emulsionanti sono, ad esempio, Propylen glycol, Butylen glycol, Polypropylene glycol, il cui uso continuo, a lungo andare, aumenterebbe la permeabilità della pelle, rendendola più incline ad assorbire le sostanze a cui essa è esposta, innocue o nocive che esse siano.
 

5. Ftalalati

Gli ftalati sono sostanze di derivazione petrolifera che vengono utilizzati come solventi o per migliorare la consistenza di diversi prodotti. Servono a rendere più morbida la plastica e, nonostante siano stati banditi nei giocattoli per bambini, essi sono ancora presenti in prodotti come smalti, profumi, deodoranti e dopobarba. Come i parabeni, sono accusati di essere sostanze "potenziali interferenti endocrini" e di poter danneggiare il sistema riproduttivo. Sarebbero pericolosi anche a piccole dosi per bambini e donne in gravidanza. Le tipologie di ftalati sono:

  • DINP – ftalato di diisononile
  • DEHP – ftalato di bis(2-etilesile)
  • DNOP – ftalato di diottile
  • DIDP – ftalato di diisodecile
  • BBP – ftalato di butilbenzile
  • DBP – ftalato di dibutile

6. Sali di alluminio

I sali di alluminio (Aluminium Chloride), sono composti idrosolubili derivati dall’alluminio che vengono impiegati soprattutto nei deodoranti (ma anche nei rossetti o nei dentrifici) per la loro funzione anti traspirante. Formando infatti dei complessi proteici gelatinosi, sono in grado di chiudere i pori e inibire la sudorazione.

Uno studio dell’Istituto federale tedesco “Bundesinstitut für Risikobewertung” (BfR) ha valutato l’assunzione di alluminio contenuta in “antitraspiranti” come i deodoranti. Il risultato ha mostrato come l’utilizzo giornaliero di deodoranti con alluminio oltrepassa la dose tollerata indicata dall’EFSA (Autorità Europea per la sicurezza alimentare). Per evitarli, assicuratevi di comprare prodotti che non contengano la parola “Aluminium” all’interno della lista degli ingredienti come ad esempio: Aluminium Chlorohydrate, Aluminium Zirconium Tetrachlorohydrex Glycine, Aluminium Zirconium Trichlorohydrex Gly, Aluminium Stearate, Aluminiumchlorohydrat (Aluminiumhydroxychlorid)

7. Filtri UV delle creme solari

La maggior parte delle creme solari in commercio contengono filtri UV di sintesi chimica per proteggerci dalle radiazioni solari. Questi vengono spesso preferiti ai filtri UV minerali perché rendono la crema più facilmente spalmabile e impediscono che questa lasci una pellicola bianca.

Possono però rivelarsi altamente nocivi per la nostra salute. Uno studio condotto dalla Food and Drug Administration (FDA) ha dimostrato come alcuni di questi non si fermino alla superficie della pelle, ma riescano – in meno di 24 ore - ad entrare in circolazione, soprattutto nel sistema cardiovascolare. Da evitare sono ad esempio:

  • Methoxycinnamate
  • Octocrylene
  • Benzophenone-3, -4, -5
  • Ethylhexyl Salicylate
  • Ethylhexyl Dimethyl
  • Isoamyl Methoxycinnamate

8. I profumi chimici

Non lasciatevi trarre in inganno dall’odore gradevole della maggior parte dei prodotti cosmetici. Che siano di origine naturale o provengano da sintesi chimica, vengono tutti indicati con il nome “parfum”, senza distinzioni. Tuttavia, la maggior parte di essi altro non è che un derivato dal petrolio. L’industria cosmetica li preferisce perché, grazie al loro basso peso molecolare, riescono a penetrare nella pelle.

9. Gli ingredienti di origine animale

Non dimentichiamoci di tutti quegli ingredienti che hanno origine animale e che purtroppo vengono ampiamente utilizzati nei prodotti cosmetici. La cheratina, presente soprattutto nei prodotti per capelli può provenire dalla criniera, dalle piume o dalle corna di diversi animali. L’acido ialuronico, impiegato soprattutto nelle creme per la salute della pelle e come antirughe, può venire estratto dalle creste di gallo. L’acido stearico, ampiamente utilizzato nei saponi, può provenire dallo strutto (grasso del maiale) o dal sego (grasso di manzo). Anche il famosissimo collagene ha esclusivamente origine animale e proviene dalla macellazione di ossa, teste, lische, tendini e cartilagini di mucche, pesci, vitelli o suini. A tal proposito vi consigliamo di leggere il nostro articolo a riguardo.

10. Il composto EDTA: dannoso per l’ambiente

L’EDTA (Acido etilendiamminotetraacetico) è un agente chelante che trattiene le molecole di molti metalli pesanti. Esso viene largamente utilizzato non solo in campo cosmetico, ma anche nell’alimentazione e nella medicina, poiché in grado di neutralizzare gli effetti nocivi dei metalli pesanti. Anche se non è direttamente dannoso per la salute, lo è invece per l’ambiente. Essendo altamente idrosolubile infatti, non viene completamente eliminato durante il trattamento delle acque reflue e finisce spesso per andare a depositarsi nelle acque di fiumi e mari: lì e potrebbe andare a smuovere i sedimenti di metalli pesanti, rendendoli biodisponibili per pesci e altri animali. Gli esempi più comuni sono:

  • EDTA
  • HEDTA
  • TEA-EDTA
  • Disodium EDTA
  • Tetrasodium EDTA
  • Calcium Disodium
  • EDTA Diammonium
  • EDTA Dipotassium

E quindi? Come capire se un prodotto è potenzialmente dannoso?

Per fortuna non dobbiamo ricordarci tutto a memoria. Internet ci viene in aiuto, proponendoci diversi siti web o app, dove è possibile controllare la lista degli ingredienti.

Come app, vi consigliamo Biotiful, un enorme database con più di 10.000 prodotti che vengono aggiornati quotidianamente.  È utile per controllare gli ingredienti dei prodotti prima dell’acquisto, scoprendo la loro funzione e la loro valutazione. L’App è molto pratica in quanto potete controllare i vostri prodotti con una semplice fotografia degli ingredienti.  (qui non avevo più voglia, vedi tu se vuoi aggiungere)

Il sito di Altroconsumo propone un calcolatore tutto suo. Con un database di oltre 1000 prodotti cosmetici di uso quotidiano, si può verificare se un ingrediente sia sicuro la salute. 

Per chi invece vuole scoprirne di più leggendo, vi consigliamo alcune guide cartacee come il libro “Cosa c’è davvero nel tuo carrello? – Guida pratica agli additivi alimentari e agli ingredienti cosmetici” di Bill Statham, ricercatore, scrittore ed editore australiano o “Come sono fatti i cosmetici” di Giulia Pennazzi, farmacista e specialista in Scienze e tecnologie cosmetiche.

Una via alternativa? I rimedi naturali

Per concludere ricordatevi di non fidarvi di diciture quali “prodotto bio” “prodotto naturale” o altro. Imparate a riconoscere gli ingredienti o ancora meglio, affidatevi al fai da te. Esistono tantissimi rimedi naturali, che non sono solo più sicuri per la nostra salute, ma spesso anche molto più economici e realizzabili con ingredienti quotidiani. L’acqua di rose può essere ad esempio un ottimo tonico per il viso e con ingredienti facilmente reperibili come il burro di caritè, il burro di cacao e l’olio di mandorle si può realizzare un burrocacao.  Qualcosa di ancora più semplice? Con dei fondi di caffè e dell’olio di oliva potete fare un ottimo scrub per il corpo (vedrete che pelle dopo!) e con una banana matura, fiocchi di avena e canella una maschera idratante, buona anche da mangiare.

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